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Intervista

Antonio Colomboni

Sono pochi i giovani illustratori che pieni di sogni partono da un piccolo paesino delle Marche e arrivano a Milano per lavorare per grandi brands. Antonio Colomboni è uno di loro. Classe 1983, è uno degli italiani da “tenere sott’occhio”, nato con la biro in mano si racconta per TheCornerZine.

Illustratore dal 1983. Direi che questo indica che fin da subito la tua carriera è stata segnata?

Si, nella mia bio di Instagram ho messo questa data perché i miei parenti mi raccontano che fin da piccolo se avevo una biro e dei fogli bianchi in mano potevo passare anche delle ore seduto in silenzio nel mio mondo a disegnare. Credo di essere nato con questa passione. E’ una dote, un qualcosa che mi viene naturale, qualcosa con cui mi posso esprimere al meglio.

Antonio Colomboni

Se dovessi scegliere chi ritrarre, di personaggio famoso del presente, sceglierei David Hockney. Sono un suo grande fan e di sicuro gli chiederei un sacco di consigli.

Collabori anche con Toilet Paper Magazine, uno dei progetti più interessanti nel panorama dell’editoria italiana. Qual è il tuo rapporto con la carta stampata e con l’online? Credi davvero che sia giunta “la fine” della carta stampata?

La mia collaborazione con Toilet Paper Magazine risale ai tempi delle famose campagne adv per Kenzo, poi dopo una pausa di lavoro in Spagna di due anni, sono tornato a collaborare con loro. Non credo che la carta stampata abbia una fine segnata. Negli ultimi anni sicuramente l'online ha assunto sempre più un valore e popolarità, ma stanno comunque aumentando sempre di più nuovi magazine stampati. Credo di essere un nostalgico in quanto sono uno di quelli che davanti ad un libro, magazine, fanzine annusa subito l'odore della carta e della stampa.

Su instagram il tuo nick name è “ScombinAnto”. A cosa si deve questo nome?

“ScombinAnto” è stata un’idea delle mia fidanzata. Come la maggior parte dei creativi, sono molto disordinato, o meglio ho un ordine tutto mio nella confusione. Non ho fatto altro che unire l’aggettivo “scombinato”, al diminutivo del mio nome “Anto” ed è venuto fuori “ScombinAnto”.

Per molti artisti, viaggiare è fonte di forte ispirazione. Quale è stato il viaggio che ti ha arricchito di più?

Viaggiare credo sia una delle cose che fanno crescere di più, non solo se sei un artista ma credo per tutte le persone in generale. Viaggiando entri in contatto con persone diverse, con altre culture, modi di vivere e storie diverse. Tutto questo non fa altro che arricchirti e sicuramente è fonte di ispirazione. Da tutti i viaggi che ho fatto ho tentato di assorbire tutto ciò che potevo. Sicuramente i più interessanti sono stati in Africa, New York e in Spagna.

Sempre in tema di città: sei based Milano, ma sei originario di Marotta un piccolo paesino delle Marche. Qual è il posto dove ti senti veramente a casa?

Si, arrivo da un paesino nelle Marche sul mare: Marotta. Il fatto che io sia cresciuto in un paesino all’inizio mi ha portato ad odiarlo, a voler scappare e a tentare la fortuna in città. La realtà di un paese a volte blocca un po’ i sogni nel cassetto. Mi sentivo continuamente ripetere che non sarei riuscito a vivere disegnando ma io sentivo che in qualche modo l’opportunità poteva esserci e avevo la convinzione che tutti nella vita possano fare ciò che desiderano e riescano a trasformarlo in lavoro, in qualsiasi ambito. Poi con il passare del tempo mi son reso conto che tante cose le devo proprio al mio paese di origine e sono arrivato ad amarlo e ad esserne fiero.

Il progetto artistico a cui sei più legato e del quale sei più fiero?

I progetti a cui sono molto legato sono quelli con Toilet Paper Magazine per esempio le campagne fatte per Kenzo, M.A.C. Cosmetics, Ok Cupid e Lavazza sono state delle bellissime esperienze.

Hai recentemente partecipato a un progetto Made by Ikea dal titolo “Ritratti Modulari”. Se dovessi decidere un personaggio famoso del presente e uno del passato da ritrarre e con cui passare 5 minuti, chi sarebbe? E perché?

Il progetto dei ritratti modulari lo sto portando avanti da parecchi anni. E’ nato come sperimentazione, il cui fine era riuscire a creare dei ritratti astratti composti da piccoli moduli ( timbri geometrici creati da me, linee e pennarelli calligrafici). In quest'ultimo anno con Ikea Italia sono riuscito a portarli verso il largo pubblico ed è sta una bellissima esperienza, sopratutto nel vedere la fila di gente entusiasta che si creava davanti al mio stand.

L’ultimo film visto? E il tuo preferito?

Ultimamente ho visto più serie tv che film, devo ammetterlo. L'ultimo film visto molto bello è senza dubbio Dogman di Matteo Garrone. Tra i miei film preferito in assoluto 8 e 1\2 di Federico Fellini. Amo tutti i suoi film ma questo in particolare.

Puoi portare su un’isola deserta solo un colore. Quale porti con te?

Solo un colore? Mi metti in difficoltà! Di sicuro porterei il rosso. Il mio colore preferito da sempre: colore del sangue, della vitalità e ovviamente della passione.

Qual è il look tipo dell’illustratore? Cosa non può assolutamente mancare nel tuo guardaroba?

Così come nell'illustrazione anche nella moda mi piace molto giocare e fare ricerca. Ultimamente nel mio guardaroba non possono mancare tantissimi hoodies di tutti i colori, li trovo super comodi. Nella moda mi piace molto buttare uno sguardo nel passato e mixarlo con cose molto attuali.

Ami leggere? Qual’è stato il libro che hai amato di più?

Si mi piace tanto leggere, avessi più tempo divorerei libri dalla mattina alla sera. In particolare modo mi piace leggere quando sono sui mezzi di trasporto. Ancora non so perché ma mi conciliano la lettura. Uno tra i miei libri preferiti è “Un indovino mi disse” di Tiziano Terzani. Adoro il suo modo di descrivere i posti dove ha viaggiato e le varie culture.

Che consiglio daresti a un giovane illustratore che vuole intraprendere la tua stessa carriera?

Un consiglio sarebbe sicuramente di iniziare a sperimentare, fare e fare lasciando perdere quello che fanno gli altri anche se in questo periodo storico è molto difficile farlo, basta pensare alle mille piattaforme social dove siamo bombardati di spunti da ogni dove. Spesso mi capita di avere dei blocchi artistici, sopratutto perché non sono uno che si butta e basta in qualsiasi cosa creativa, mi piace prima fare bozzetti, studiare il progetto, pensarci mille volte, per questo do questo consiglio: buttarsi e seguire il proprio istinto, sicuramente verrà fuori una bella cosa.

Dove ti vedi tra 10 anni?

Mi vedo sempre al lavoro, ma in un posto dove la qualità della vita sia più alta rispetto alla città. L’ideale sarebbe un posto caldo, dove si possa fare Surf. Oggi con Internet tutto e possibile, immaginiamoci tra 10 anni!

Esprimi un desiderio.

Mmh... ecco fatto! Scusa però non posso dirtelo. I desideri una volta detti poi non si avverano più!

Fin da piccolo se avevo una biro e dei fogli bianchi in mano potevo passare anche delle ore seduto in silenzio nel mio mondo a disegnare. Credo di essere nato con questa passione. E’ una dote, un qualcosa che mi viene naturale, qualcosa con cui mi posso esprimere al meglio.