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Intervista

Joan Thiele

Joan Thiele è una giovane cantautrice italiana a cui non piacciono certe definizioni, perché la musica “è sempre più contaminata e indefinibile, ed è fondamentale vederla come una tela bianca, per non avere limiti.” Di origini colombiane e svizzere, Joan canta in inglese e vive tra Londra e Milano. Un’armonia di culture affascinante che trova espressione nel suo album “Tango”. E nel suo stile. Provate a non restarne ammaliati.

Le radici latine sono evidenti nei tratti del tuo viso, nelle atmosfere della tua musica e nei testi che scrivi. Cos’altro hai ereditato dalla Colombia?

La Colombia rappresenta parte importante della mia vita, perché è dove si trova la mia famiglia, mi regala un grande senso di libertà e ritmica, mi viene di voglia di ballare ogni volta che oltrepasso l’oceano.

Ti sei distinta anche grazie alla cover di “Hotline Bling” di Drake. La cultura e la musica hip-hop hanno influenza su di te?

Sono cresciuta con le Spice Girls, Jlo, i Led Zeppelin, Joni Mitchell e successivamente ho riscoperto la cumbia. Credo sia fondamentale ascoltare qualsiasi cosa. Successivamente l’hip hop mi ha influenzata particolarmente, partendo da Lauryn Hill, fino ad Anderson Paak... anche se onestamente più ascolto musica, più realizzo che è difficile oggi parlare di genere musicale, non mi piace dare un nome alla musica. È sempre più contaminata e indefinibile, ed è fondamentale vederla come una tela bianca, per non avere limiti.

Joan Thiele

Onestamente più ascolto musica, più realizzo che è difficile oggi parlare di genere musicale, non mi piace dare un nome alla musica. È sempre più contaminata e indefinibile, ed è fondamentale vederla come una tela bianca, per non avere limiti.

In un’intervista hai definito la moda come “ricerca di bellezza”. Hai delle icone di bellezza?

La ricerca del proprio stile tramite la moda, è in un certo senso ricerca di bellezza. Quando penso alla bellezza nella musica io vedo l’unicità di Mina.

Hai iniziato diffondendo la tua musica attraverso Youtube. Ora il tuo profilo Instagram ha più di 70k followers. Che rapporto hai con i social network?

Ho un rapporto strano, odio-amore. Evito la dipendenza, ma cerco di utilizzarlo nel modo migliore, per promuovere i miei concerti e le mie nuove uscite. È comunque un mezzo fondamentale, anche molto potente per comunicare ciò che siamo.

Ti piace mixare questa tua duplice origine, europea e sudamericana, anche nella moda?

Amo assolutamente mixare le mie origini attraverso i miei vestiti, come indossare il poncho con stivali rossi 70’s.

Descrivi l’outfit ideale per calcare il palco.

Il palco per me rappresenta i miei sentimenti, dunque devo sentirmi sempre a mio agio con ciò che indosso. Sono un’amante dei completi da uomo.

Se dovessi scegliere un paese in cui vivere in questo momento, quale sarebbe?

Mi piacerebbe andare in Colombia per un po’, vivrei su una spiaggia tropicale se potessi. Nel frattempo però stare Milano e Londra non è poi così male.

Tu viaggi continuamente. Cosa non deve mai mancare nella valigia di Joan?

Nella mia valigia non possono mancare tutti i miei vestiti, computer, cuffie e tastiera per produrre musica. Questo è decisamente l’essenziale.

I giudizi della tua fan base potrebbero condizionare le tue scelte artistiche?

È importante essere fedeli con la propria linea artistica, e questo non significa che non debba cambiare nel tempo, anzi evolverla è parte naturale di un percorso musicale. È fondamentale essere sinceri, la gente che ti ascolta comprende immediatamente se ciò che fai è sentito o meno. I giudizi della gente ovviamente sono importanti, ma non devono essere determinanti, perché non si può piacere a tutti, ci sarà sempre qualcuno che non apprezzerà il tuo lavoro, e a quel punto se si è onesti con ciò che si crea, non dovrebbe far star male o condizionare.

Sei sicura di te stessa?

Sto imparando a volermi bene, la musica è protagonista in questo processo, mi aiuta a capire gli altri e capire me stessa, e in un certo senso è lei a darmi sicurezza ogni giorno.